Non si fermano gli studi sulle stime dei contagiati da coronavirus. E in Italia i dati sono più alti di quelli ufficiali.
ROMA – Mentre la curva ha iniziato la sua discesa, gli studi sulle stime dei contagiati da coronavirus non si fermano. I dati ufficiali, come precisato anche dalla stessa Iss, sono più bassi di quelli reali anche se l’Istituto di Sanità non si è detto convinto dei numeri dati dall’Imperial College che ha parlato di circa il 10% della popolazione del nostro Paese che ha contratto il virus.
Due studi confermano le stime dell’Imperial College
Le stime dell’Imperial College, però, sono confermate da altri due studi effettuati nel nostro Paese. Nell’indagine condotta dal professore Carlo La Vecchia viene ribadito il numero dei contagi totali precisato dall’Università britannica e di questi un milione in Lombardia.
La percentuale del 10% è stata confermata anche da un paper di dodici studiosi italiani e coordinato dal professor Giuseppe De Natale. “Sono numeri sufficientemente alti – ha spiegato lo statistico nel rapporto – per mettere a rischio i sani ma non per raggiungere l’immunità di gregge“.
Numeri ufficiali più bassi di quelli reali
La differenza tra i numeri ufficiali e quelli ipotizzati reali è data dagli asintomatici. Le autorità sanitarie italiane hanno confermato che la presenza delle persone senza sintomi o dei casi non individuati potrebbe far aumentare il numero dei contagiati di circa dieci volte.
Per avere la certezza dei numeri, però, bisogna aspettare la Fase 2 e il test sierologico per capire l’immunità degli italiani. Un passaggio fondamentale per confermare le ipotesi avanzate dall’Istituto Superiore di Sanità oppure da tutte le statistiche che prevedono un numero di contagiati superiore a quello pensato dalle autorità sanitarie. Approfondimenti che saranno effettuati nei prossimi mesi.
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